Regia: Nuccio Cantamutto
Aiuto regista: Maria Virginia Aprile
Interpreti:
Marlene Winkler : Paola Barbero
Sophie Winkler: Maria Ludovica Aprile
Karl Winkler: Angelo Aimar
Jan Von Hoffmann: Samuele Giordano
La postina: Maria Virginia Aprile
Il custode: Giorgio Lusso
Costumi: Daniela Roasio
Scenografia: Giorgio Lusso
Tecnico luci ed audio: Franco Carletti
“Un’anima sensibile è spesso fragile, riflessiva, naturalmente predisposta verso interiorità ugualmente profonde e problematiche. Più si è fragili e consapevoli della propria limitatezza e più si è attratti dal proprio opposto, come l’aspirazione di Karl ad una vita da vagabondo come quella del padre. L’astratto impulso ad avvicinarsi ai propri simili viene negato per rifugiarsi sotto ali più forti e rassicuranti, ma queste ali in cui ogni personaggio si nasconde diventano, allo stesso tempo, protezione e condanna."
Sarà l’arrivo di un esuberante straniero, Jan l’amico e collega di Karl di cui la sorellina Sophie era innamorata fin dal liceo, a far crollare almeno in parte la gabbia della piccola. Jan, dietro la patina di uomo vissuto e sicuro di sé, nasconde dubbi e debolezze che lo accomunano agli altri personaggi sul palco, dai quali però si discosta per onestà ed altruismo. La verità, l’ultima, quella più grande sull’identità di Sophie, resta almeno a parole ancora celata. La famiglia si trova disgregata e sgretolata dall’abbandono del padre: la madre Marlene, possessiva e onnipresente, è sola a gestire i suoi due figli Karl e Sophie.
Il regista Cantamutto descrive i caratteri dei suoi personaggi che si muovono in scena: “Una Marlene di vitalità disperata, quasi omerica nel suo inseguire continuamente un futuro radioso e un passato dorato che non potrà mai raggiungere. E’ infatti un personaggio esagerato, eccessivo, morboso e insensibile; si muove come chiusa in una bolla di sapone, cieca di fronte ai veri problemi di due figli che ne rifiutano la morbosa attenzione perché consci di esserne usati per far rivivere un lontano passato".
Sophie è un essere etereo e sfuggente, dall’età indefinibile, combattuta tra comportamenti infantili e una celata volontà di riscatto.
E Karl, più adulto che giovane, incastrato nella sostituzione del padre e quindi nel prendersi cura della famiglia frustrando la sua voglia di andare lontano rifugiandosi ogni sera nell’alcool e, chissà, forse nel cinema".
Essi sono fragili, delicatissimi, basta pochissimo per mandarli in frantumi; però, se vengono visti con la giusta luce, assumono dei colori inaspettatamente belli e coinvolgenti.
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