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da “I monologhi della vagina” di Eve Ensler

Compagnia Teatrale "ROSSOINVALIGIA"

Info e prenotazioni: (anche Whatsapp) tra le 9.00 e le 20.00 al numero: 333 69 790 63

Regia e cast

Interpreti:

Daniela Inglese

Manuela Pellati

Veronica Rossetti

 

Regia: Riccardo De Leo

  



Sinossi

Tre donne, due soli colori a contraddistinguerle: il bianco e il nero.

Pochi gli elementi in scena, solo accenti che caratterizzano i passaggi da un monologo all’altro.

Ad essere protagonista è l’essenzialità degli argomenti affrontati in modo asciutto affinché raggiungano il pubblico come lame. Lo spettacolo è stato pensato rivolgendo la propria attenzione soprattutto al pubblico maschile per offrire la possibilità di scoprire l’universo femminile.

Universo che dalla vagina arriva a racchiudere l’anima stessa delle donne. Universo che spesso è vituperato, depauperato, schernito,  maltrattato, aggredito, violentato.

Secondo l’organizzazione mondiale della sanità una donna su tre sarà picchiata e stuprata nel corso della sua vita. Lo spettacolo non vuole essere un inno al femminismo ma la scoperta di un’identità, per ricomporla in tutte le sue parti e nelle più piccole sfumature, come davanti ad un dipinto si osserva la bellezza nella sua unicità e irripetibilità. "Ciò che viene taciuto, viene ignorato".

Tre donne unite, complici e consapevoli su un palco parlano di ciò di cui non si parla mai, nominano l’innominabile, sfatano un tabù mescolando impegno e ironia, comicità e indagine intima, dramma e piacere, sessualità e identità di genere.

In un susseguirsi di quadri ora ironici, ora drammatici orchestrati in un crescendo emotivo la femminilità, anche se a volte frantumata dal dolore, riesce ad affermare la propria individualità.

 



Note sull'opera

Eve Ensler scrisse la prima bozza dei Monologhi nel 1996, dopo aver intervistato duecento donne

sulle loro idee sul sesso, relazioni, e violenza contro le donne.

Le interviste cominciarono come conversazioni casuali con amici della Ensler, ed in seguito giunsero a comprendere anche racconti di terze persone.

Ensler ha dichiarato che il suo interesse per le vagine cominciò «crescendo in una società violenta». «Lʹemancipazione delle donne è profondamente connessa alla loro sessualità» e «io sono ossessionata dallʹidea di donne violate e stuprate, e dallʹincesto. Tutte queste cose sono profondamente legate alle nostre vagine». L’opera, nata come una celebrazione umoristica e poetica che esortava le donne ad amarsi di più, abbandonando i condizionamenti di una cultura maschilista, è presto diventata un simbolo della lotta alla violenza sulle donne, da raggiungere anche attraverso la conoscenza e la piena consapevolezza del proprio corpo. Ogni monologo è collegato alla vagina, attraverso diversi temi: sesso, stupro, amore, masturbazioni, mutilazioni, nascite, orgasmi e così via.

La concezione alla base dellʹopera è che la vagina sia per le donne non semplicemente un organo del proprio corpo, ma anche la rappresentazione della loro individualità.

 



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